La coltura del castagno da frutto ha da sempre avuto diffusione nell’area amiatina grazie alle condizioni climatiche particolarmente favorevoli. In questo territorio nasce l’IGP Castagna del Monte Amiata per le castagne fresche.
La coltivazione del castagno avviene a quote comprese fra 350 e 1000 m di altitudine, su terreni derivati dal disfacimento di rocce vulcaniche acide.
Durante la fase produttiva non possono essere utilizzati fertilizzanti di sintesi e fitofarmaci. La raccolta avviene da metà settembre a metà novembre e deve essere fatta a mano o con mezzi meccanici idonei tali da salvaguardare il prodotto.
La conservazione delle castagne può essere eseguita con vari metodi: cura in acqua fredda per un massimo di 7 giorni, sterilizzazione con bagno in acqua calda e successivo bagno in acqua fredda, o surgelazione, ma mai tramite aggiunta di additivi o altre sostanze.
Le varietà utilizzate per la produzione sono: marrone, bastarda rossa e cecio.
Per l’immissione al consumo i frutti freschi devono appartenere a una sola delle tre varietà, con divieto assoluto di mescolare fra loro le partite di varietà diverse.
La castagna è stata per molto tempo la principale se non l’unica fonte di cibo per la popolazione in alcuni periodi dell’anno.
Per garantire la tracciabilità del prodotto, le fustaie da castagno da frutto sono iscritte in un apposito albo regionale, ed entro 10 giorni dalla fine della raccolta devono essere comunicati i quantitativi di produzione all’organismo che gestisce l’albo.
La castagna è protagonista di molte ricette tipiche locali, sia dolci che salate, come il castagnaccio, il pane e le minestre di castagne.
Sull’etichetta devono comparire le seguenti indicazioni: – Castagna del Monte Amiata IGP; – Logo europeo della IGP; – Nome della varietà delle castagne contenute nella confezione (Marrone, Bastarda Rossa, Cecio); – Nome, cognome e ragione sociale del produttore, nonché ditta e sede di chi ha effettuato il condizionamento del prodotto.
Organismo di controllo (IMCERT)