Oggi facciamo il punto sugli ultimi dati diffusi da Istat. Nel mese di ottobre l’inflazione è crollata a +1,8% su base annua rispetto al +5,3% di settembre. È un dato che non si vedeva da luglio 2021. I prezzi del carrello della spesa scendono a più 6,3%. Si tratta delle stime preliminari che dovranno essere confermate a metà novembre.
La consistente decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente al forte rallentamento su base tendenziale dei prezzi degli energetici, sia non regolamentati (da +7,6% a -17,7%) sia regolamentati (da -27,9% a -32,7%), e in misura minore al calo degli alimentari non lavorati (da +7,7% a +5,0%) e lavorati (da +8,9% a +7,4%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi all’abitazione (da +3,7% a +4,0%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,0%).
Questo dato positivo è accompagnato da due indicatori che invece confermano la situazione di crisi.
La fiducia dei consumatori è in calo per il quarto mese consecutivo. A ottobre l’Istat stima una diminuzione sia del clima di fiducia dei consumatori (l’indice passa da 105,4 a 101,6) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cala da 104,9 a 103,9. Si segnala un diffuso peggioramento delle opinioni dei consumatori sia sulla situazione personale sia su quella economica generale. Coerentemente, i quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti segnano dinamiche negative: il clima economico e il clima futuro registrano le flessioni più consistenti (il primo passa da 115,2 a 110,5 e il secondo da 113,2 a 107,7); il clima corrente cala da 100,2 a 97,4 e il clima personale scende da 102,2 a 98,6.
Nelle statistiche Istat sulla povertà 2022 la povertà assoluta risulta in crescita a causa dell’inflazione. Nel 2022 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7% in crescita dal 9,1% dell’anno precedente).
In merito al rallentamento dell’inflazione, le associazioni dei consumatori rilevano che il calo dell’inflazione tendenziale è un “effetto ottico” legato all’andamento dei beni energetici e tornano a ribadire che il trimestre anti-inflazione si è risolto in ben poca cosa: un “flop” secondo l’Unione Nazionale Consumatori.
Anche Federconsumatori afferma che i dati vanno presi con cautela e con le dovute premesse: il confronto avviene, infatti, rispetto a un periodo in cui il tasso di inflazione ha registrato un fortissimo aumento, raggiungendo picchi del 12%. Con il tasso di inflazione a questi livelli le ricadute aggiuntive, per le famiglie, ammontano a +567 euro annui.