Il turismo in Toscana, nonostante alcuni fattori di freno, continua a correre e il 2024 sarà l’anno del definitivo sorpasso rispetto ai livelli pre-Covid. A fotografare la situazione è il rapporto Irpet sulla congiuntura 2023/2024 del settore. Il 2023 ha segnato, in linea con il Paese, il completo recupero dei livelli di presenze turistiche precedenti la pandemia (e un +8,8% sul 2022), registrando anche buone notizie per il mercato del lavoro con un’espansione degli occupati e meno precarietà.
Ma sono i primi 5 mesi del 2024 a lasciar prefigurare il definitivo superamento dei dati prepandemici grazie a un solido +3,1% di variazione tendenziale sul 2019.
A fare da traino sono i flussi internazionali sia nel 2023 (+17,6% sul 2022, +3,5% sul 2019) sia nei primi mesi del 2024, che già registrano un +12,6% rispetto all’anno scorso.
Da inizio anno protagonista principale della ripresa è la componente extra-europea non nord-americana (+25,4%), ma buoni segnali arrivano sia dalla stessa componente nord-americana (+7,4%) sia da quella del “vecchio continente” (+10,4%). Mentre rispetto al 2019, sono proprio queste ultime a caratterizzare la crescita, rispettivamente con un +20,2% e +31,5%.
Le difficoltà nell’anno in corso riguardano i flussi interni e quelli esteri più lontani dal punto di vista geo-politico e culturale. Nel primo caso l’aumento del costo della vita e dell’inflazione provocano una debolezza strutturale della domanda domestica (sul 2019, -14,5% gli italiani non toscani e -11,3% i toscani). Anche rispetto al 2023, il calo è importante: -8,9% di italiani dalle altre regioni e -12,8% dei toscani. Nel secondo caso i flussi dall’Asia fanno fatica a recuperare i livelli prepandemici, registrando un -20,3%.
Riguardo alle mete, nei primi 5 mesi del 2024, le città d’arte riscontrano la variazione tendenziale sul 2023 più vivace (+5,2%), pur restando le destinazioni più lontane (Firenze su tutte) dal recupero dei livelli del 2019 (-7,8%). Rispetto allo scorso anno, crescono le aree balneari (+3,1%) e le aree montane (+1,9%), mentre preoccupa la tendenza negativa di quelle collinari (-2,2%), molto influenzata dalla debolezza della domanda interna.
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