Oggi segnaliamo gli ultimi provvedimenti adottati dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

Il primo riguarda la piattaforma TikTok, nei cui confronti è stata avviata un’istruttoria per la sfida “cicatrice francese”. L’Autorità ha deciso di avviare l’istruttoria a seguito della presenza sulla piattaforma di numerosi video di ragazzi che adottano comportamenti autolesionistici; da ultimo, è diventata virale la sfida “cicatrice francese”. La piattaforma TikTok gode di ampia popolarità, in costante crescita, soprattutto presso i minori. La sua fruizione è semplice e immediata, sia per caricare e pubblicare video sia per visionarne i contenuti, che sono proposti tramite una profilazione delle abitudini di navigazione degli utenti, dei like, delle pagine seguite, sulla base di un processo di elaborazione algoritmica.

L’Antitrust ha contestato a TikTok la mancata predisposizione di adeguati sistemi di monitoraggio per vigilare sui contenuti pubblicati dai terzi, secondo i parametri di diligenza richiesti, e soprattutto in presenza di fruitori del servizio particolarmente vulnerabili quali i minori.

Secondo l’Autorità, inoltre, le società non avrebbero applicato le proprie Linee Guida, che contemplano la rimozione di contenuti pericolosi relativi a sfide, suicidio, autolesionismo e alimentazione scorretta. Infine, si è contestato lo sfruttamento di tecniche di intelligenza artificiale suscettibili di provocare un indebito condizionamento dell’utenza. Il riferimento è, in particolare, all’algoritmo sotteso al funzionamento della piattaforma che, adoperando i dati degli utenti, personalizza la visualizzazione della pubblicità e ripropone contenuti simili a quelli già visualizzati e con cui si è interagito attraverso la funzione like.

Un’altra istruttoria è stata avviata nei confronti di Wind Tre per una pratica commerciale di modifica dell’offerta di telefonia, comunicata con un duplice sms poco chiaro per i consumatori.

A partire dal 24 novembre 2022, spiega l’Antitrust nell’avvio del procedimento, “ai clienti titolari di schede di telefonia mobile è stato comunicato un aumento tariffario mensile del servizio con possibilità di recesso senza costi nei successivi 60 giorni o cambio operatore. Lo stesso messaggio conteneva la possibilità per il cliente di optare per una maggiore quantità di Giga, inviando uno specifico SMS gratuito con testo “PLUS” al numero 43143 entro 3 giorni”.

L’Antitrust spiega che “il giorno seguente la medesima clientela è stata raggiunta da un secondo messaggio con cui si offriva la possibilità di mantenere invariata l’offerta vigente al momento della ricezione del primo messaggio, inviando, entro una certa data, uno specifico SMS gratuito con testo “OPTIN” al numero 40400; contemporaneamente veniva offerta al cliente la possibilità di optare per una maggiore quantità di Giga per un limitato periodo di tempo, salva la possibilità di valutare, comunque, nuove offerte Wind Tre”.

Il duplice sms non sembra insomma chiaro per l’Antitrust, che anche sulla base delle segnalazioni ricevute ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti di Wind Tre.

I due messaggi inviati da Wind, con le informazioni anche sovrapposte, «non rendono chiare le opzioni disponibili all’utenza rispetto alla modifica dell’offerta – si legge nella comunicazione di avvio procedimento – Inoltre, i due messaggi presentano un contenuto contraddittorio, dal momento che il secondo sembra in teoria consentire all’utente, a distanza di poche ore, di annullare gli effetti del primo, ma non chiarisce come si raccordino gli effetti delle diverse opzioni esercitabili. Confusoria è anche la sovrapposizione dei numerosi termini di decorrenza e scadenza relativi alle varie opzioni proposte».

Infine, l’Antitrust ha inflitto una multa di 2 milioni e 100 mila euro a Tim per violazione del Codice del Consumo a seguito della rimodulazione applicata ad alcuni clienti di telefonia mobile, con aumento del costo mensile e dei giga di traffico dati. La rimodulazione prevedeva per i clienti la possibilità di rifiutare le variazioni attraverso un comando da inviare via sms.

La condotta analizzata dall’Antitrust consiste dunque, spiega l’Autorità nel provvedimento, «nell’attivazione automatica di un servizio aggiuntivo a pagamento da parte di Telecom ai propri clienti titolari di scheda SIM prepagata ‘voce, dati, sms’. In particolare, Telecom ha aumentato fino a 2 euro il costo mensile del piano tariffario degli utenti con contestuale offerta di Giga aggiuntivi, senza che questi abbiano espresso alcun preventivo consenso al riguardo».