Nell’approfondimento di oggi ci occupiamo di illustrare le relazioni annuali di due Autorità amministrative indipendenti, presentate nei giorni scorsi: Arera e Garante Privacy.
Tanti i temi affrontati nella relazione annuale dell’Arera, Autorità per energia, reti e ambiente. Dai bonus sociali alla fine della tutela, dai prezzi dell’elettricità alla comunicazione con i consumatori.
In merito alle offerte sul mercato libero dell’elettricità il Presidente Besseghini ha affermato che «appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti».
I bonus sociali
«Il meccanismo dei bonus energetici – ha detto Besseghini – si è rivelato efficace per i consumatori economicamente più deboli, anche grazie all’automatismo e alla flessibilità potenziati con interventi trimestrali mirati da parte del Governo. Malgrado ciò è emersa in tutta la sua evidenza la difficoltà di intercettare una fascia di consumatori non classificabili come poveri in senso stretto ma che, in presenza di costi straordinari dell’energia, possono vedere compressa in maniera significativa la propria capacità di spesa ed essere portati a compiere scelte di consumo che li avvicinano alle caratteristiche della povertà energetica».
Su questi consumatori non ci sono a oggi strumenti per unire “selettività ed efficacia”, obiettivi forse più raggiungibili secondo il presidente Arera «se si considerasse l’indicazione più volte ribadita da questa Autorità: valutare una significativa copertura degli oneri di sistema per il tramite della fiscalità generale, maggiormente in grado di intercettare gli effettivi livelli di reddito dei soggetti gravati dall’onere».
Il bilancio dei bonus sociali evidenzia che, nel complesso, nel 2023 sono stati riconosciuti circa 4,6 milioni di bonus sociali elettrici e circa 3 milioni di bonus gas ed è proseguito il percorso di piena attuazione del bonus sociale idrico, strumento che ha raggiunto 2,3 milioni di famiglie. L’automatizzazione del bonus idrico ha permesso di quadruplicare il numero di famiglie raggiunte.
Energia, il superamento della tutela dei prezzi
Il presidente Arera si è poi soffermato, nella sua relazione, nel «lungo processo di superamento della tutela dei prezzi nei mercati dell’energia». La fine della tutela è stata decisa nel 2017 e per vari motivi rinviata fino al 2024. Sia per l’elettricità che per il gas i consumatori interessati erano poco più di un terzo del totale.
«L’introduzione della categoria dei vulnerabili, per i quali è stato previsto il proseguimento della tutela anche dopo la scadenza, ha ridotto il perimetro dei soggetti interessati – ha spiegato Besseghini – Per i clienti vulnerabili di fatto prosegue un servizio di tutela sia nel servizio elettrico che in quello gas. Per i clienti non vulnerabili gas, si è introdotta la possibilità di proseguire con il proprio fornitore in un regime di prezzo particolare, corrispondente ad una offerta PLACET in deroga. Ricordo che l’offerta PLACET è un’offerta che replica tutte le condizioni contrattuali della tutela, a parte il prezzo lasciato alla libera definizione del venditore».
Nell’ambito del gas, dunque, il passaggio al nuovo regime c’è stato nel gennaio 2024 e «ha visto offerte che, per il cliente domestico tipo con un consumo di 1400 Smc/anno, hanno comportato aumenti di spesa compresi tra il 3,7% ed il 12,5%».
La fine tutela dei prezzi nell’elettricità si è appena realizzata e per i clienti elettrici non vulnerabili è previsto il Servizio a tutele graduali come servizio transitorio verso il mercato libero.
Il passaggio c’è stato il 1° luglio, sono state fatte aste per il servizio a tutele graduali e il risultato delle aste «ha determinato un vantaggio per il consumatore che è transitato nel servizio a tutele graduali di circa 113 €/anno a parità di tutti gli altri costi».
Besseghini ha dunque sintetizzato lo stato dell’arte. «Riassumendo, la situazione ad oggi vede i clienti elettrici italiani divisi in quattro categorie: i clienti vulnerabili serviti in tutela (circa 3,6M) o sul mercato libero (circa 8,4M), che possono in qualunque momento passare dal servizio al mercato e viceversa e manterranno questa prerogativa indefinitamente. I clienti non vulnerabili, transitati automaticamente nel Servizio a Tutele Graduali (circa 3,6M) oppure serviti sul mercato libero (circa 14,7M), che potranno compiere qualunque scelta verso o all’interno del mercato libero ma non potranno scegliere di tornare nei servizi di tutela, salvo il caso in cui (per qualunque motivo) divengano vulnerabili o restino senza fornitore. Ad oggi le offerte disponibili sul mercato libero appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti».
Acqua, nel 2023 spesa media di 345 euro l’anno a famiglia
Energia, Consumatori: il mercato libero non sta funzionando
Nei giorni scorsi è stata presentata anche la relazione annuale del Garante Privacy. Il 2023 è stato l’anno della diffusione massiva dell’Intelligenza artificiale e ampio spazio all’Intelligenza artificiale è stato dedicato nella relazione. Come ricorda una sintesi dell’Autorità, dopo un iniziale blocco di ChatGPT, per raccolta illecita di dati personali e assenza di sistemi per la verifica dell’età dei minori, la piattaforma è stata riaperta garantendo più trasparenza e più diritti agli utenti. Nel frattempo è stata costituita una task force ad hoc a livello europeo e sono in corso ulteriori verifiche dell’Autorità. Il Garante ha imposto lo stop anche al chatbot Replika: troppi i rischi per i minori e le persone emotivamente fragili. E ha avviato un’istruttoria su Sora, il modello di intelligenza artificiale che crea brevi video da poche righe di testo.
Intelligenza artificiale, dall’AI Act dell’Europa alle sfide attuali e future
All’inizio della sua relazione il Garante Privacy ricorda l’approvazione da parte dell’Unione europea dell’Ai Act, «la prima disciplina al mondo, di taglio organico e non settoriale, dell’intelligenza artificiale».
L’Ai Act, ha detto Stanzione, rappresenta «assieme a ciò che fu il GDPR otto anni fa, il tentativo più avanzato dell’Europa di delineare una strategia antropocentrica di governo della tecnica».
«Il 2023 – ha detto Stanzione – è stato l’anno della diffusione massiva dell’intelligenza artificiale, così estesa e veloce da aver addirittura indotto, nel marzo di quell’anno, mille esponenti delle big tech a suggerire, con una lettera aperta, una moratoria sullo sviluppo di questa neotecnologia, ritenuto eccessivamente rapido».
Il Garante ha ricordato ad esempio l’uso dell’intelligenza artificiale da parte dei giovani per fare i compiti e il fatto che “due studenti su tre avrebbero preparato l’esame di maturità ricorrendo a Chat Gpt che peraltro, a quanto pare, non sarebbe riuscita a tradurre correttamente il Minosse, o Della legge, attribuito a Platone”.
Un’impresa su quattro ha integrato l’intelligenza artificiale nei propri processi produttivi ed entro un anno si stima che il 60% delle aziende la utilizzerà nei procedimenti di assunzione.
«Si ritiene, inoltre, che l’intelligenza artificiale potrebbe sostituire, nei prossimi anni, circa 85 milioni di posti di lavoro creandone, tuttavia, 97 (milioni) di nuovi, sebbene con un rischio di nuove, ulteriori diseguaglianze, evidenziato con preoccupazione dal Fondo monetario internazionale».
Il presidente ricorda poi le applicazioni di intelligenza artificiale nell’ambito della sanità e a fini diagnostici, sperimentali e terapeutici.
«Questi esempi – e molti altri che si potrebbero addurre – dimostrano come effettivamente l’intelligenza artificiale sia ormai entrata a far parte del nostro orizzonte quotidiano di vita e sempre più ne sarà elemento costitutivo, con effetti della cui portata (in senso lato antropologica) non siamo, forse, del tutto consapevoli».