Con l’aiuto del sito Helpconsumatori.it facciamo il punto sulle ultime news in arrivo dall’Europa a livello normativo e giurisprudenziale.

La Corte di giustizia europea è tornata a pronunciarsi sui diritti dei passeggeri aerei e in particolare sul diritto alla compensazione, spiegando che la carta d’imbarco può bastare a provare la prenotazione confermata su un volo; il pagamento del prezzo di un viaggio «tutto compreso», incluso il volo, da parte di un terzo, non esclude il diritto alla compensazione in caso di ritardo prolungato del volo.

La causa, presentata con un nome fittizio, fa riferimento al caso sollevato da due passeggeri che hanno fatto un viaggio tutto compreso, che includeva il volo da Tenerife a Varsavia, e che ha avuto un ritardo all’arrivo di oltre 22 ore. Il vettore aereo che propone voli charter, in quel caso, aveva concluso un contratto con un operatore turistico per il quale il vettore garantiva, a date specifiche, voli per i quali l’operatore turistico, dopo aver pagato i voli, vendeva i biglietti ai passeggeri aerei. Il contratto relativo al viaggio «tutto compreso» è stato concluso tra una società terza a nome dei passeggeri e l’operatore turistico.

Con un ritardo di quella portata, i passeggeri hanno reclamato al vettore aereo la compensazione in forza del diritto dell’Unione. Il vettore ha però rifiutato perché i passeggeri, questa l’argomentazione addotta, non sarebbero stati in possesso di una prenotazione confermata e pagata per tale volo e le copie delle carte d’imbarco non sarebbero state sufficienti sotto questo aspetto. Secondo il vettore, il viaggio «tutto compreso» di tali passeggeri sarebbe stato pagato da una società terza a condizioni preferenziali. Di conseguenza, essi avrebbero viaggiato gratuitamente o a tariffa ridotta, il che escluderebbe il diritto alla compensazione. Il giudice polacco, adito da tali passeggeri, si è rivolto alla Corte di giustizia per sapere se, contrariamente alla posizione del vettore aereo, essi debbano ottenere una compensazione sulla base del diritto dell’Unione. La Corte di giustizia ha risposto in senso affermativo.

Un’altra notizia interessante è relativa a un’indagine effettuata a livello europeo sui professionisti online che vendono beni di seconda mano. Quasi la metà dei professionisti online che vende beni di seconda mano non informa correttamente i consumatori sui diritti di restituzione. E ci sono altre lacune non indifferenti nella tutela dei consumatori. È quanto rivela un’indagine a tappeto (si chiamano sweep) della Commissione europea e delle autorità nazionali per la tutela dei consumatori di 25 Stati membri più quelle dell’Islanda e della Norvegia, che nei giorni scorsi hanno pubblicato i risultati dell’indagine su professionisti online che vendono beni di seconda mano come vestiti, apparecchiature elettroniche o giocattoli. Le indagini a tappeto sono coordinate dalla Commissione europea e condotte simultaneamente dalle autorità responsabili dell’esecuzione della normativa, spiega Bruxelles. L’obiettivo dell’indagine era verificare se le pratiche di tali professionisti fossero conformi alla normativa dell’UE che tutela i consumatori. Le autorità per la tutela dei consumatori hanno controllato 356 professionisti online e hanno constatato che 185 (pari al 52%) violavano potenzialmente tale normativa.

Infine, più vicino il risultato di giocattoli più sicuri in Europa. Questo l’obiettivo di un nuovo progetto di legge, concordato fra Parlamento e Consiglio, che introduce nuove norme per la sicurezza dei giocattoli. Il nuovo regolamento vieterà l’uso di sostanze chimiche nocive come i Pfas, gli “inquinanti per sempre”, i bisfenoli e gli interferenti endocrini. Oltre ai divieti sulle sostanze chimiche pericolose, l’accordo prevede che tutti i giocattoli avranno un “passaporto digitale” del prodotto per impedire l’ingresso nella Ue di giocattoli non sicuri, venduti anche online. Il regolamento prevede inoltre norme più rigorose per le vendite online. Il progetto di legge vuole dunque rispondere a una serie di sfide che riguardano i rischi chimici, i pericoli legati ai giocattoli digitali e l’aumento degli acquisti online.