Torna il consueto approfondimento dedicato a prezzi e tariffe, con i dati definitivi rilasciati da Istat sull’inflazione a maggio (consultabili anche nella nostra sezione Osservaprezzi), le rilevazioni delle associazioni dei consumatori sui costi delle vacanze estive, con focus su carburanti, voli aerei e gelati, la comunicazione di Arera sull’ aggiornamento per il terzo trimestre della bolletta elettrica per il ‘cliente tipo’ vulnerabile servito in Maggior Tutela.
A maggio 2025 l’inflazione scende all’1,6% dall’1,9% di aprile. Il rallentamento risente soprattutto della marcata decelerazione dei prezzi degli Energetici regolamentati (+29,3% da +31,7% di aprile) e dell’accentuarsi della flessione di quelli dei non regolamentati (-4,3% da -3,4%); rallentano anche i prezzi degli Alimentari non lavorati (+3,5% da +4,2%) e quelli di alcune tipologie di servizi. Un sostegno alla dinamica dell’inflazione si deve, invece, all’accelerazione dei prezzi degli Alimentari lavorati (+2,7% da +2,2%), che si riflette sul “carrello della spesa” (+2,7% da +2,6%). A maggio l’inflazione di fondo scende al +1,9%, dal +2,1% di aprile. Le associazioni dei consumatori accolgono i dati Istat sottolineando il rincaro dei prezzi dei beni alimentari e delle voci relative al turismo.
In tema di turismo e vacanze sono state pubblicate le prime stime sui costi a cura dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori. Secondo le rilevazioni andrà in vacanza il 43,2% degli italiani e la maggior parte (54%) opterà per un soggiorno “ridotto”, di 3-5 giorni, cercando ospitalità presso amici e parenti. Si conferma anche quest’anno, inoltre, la tendenza a rimanere entro i confini nazionali: oltre l’82% degli italiani farà questa scelta, visti anche i costi esorbitanti dei voli. Anche le vacanze 2025, quindi, saranno improntate alla prudenza e al risparmio: una necessità dettata soprattutto dalle difficoltà crescenti delle famiglie e dall’aumento dei prezzi, specialmente di hotel e ristoranti (che dal 2021 hanno registrato, rispettivamente, rincari del 56% e del 18%). Dal monitoraggio emerge che una famiglia di 4 persone, composta da 2 adulti e due minori, spenderà per una vacanza di una settimana in una località balneare ben 6.539,30 €, il +2,5% rispetto allo scorso anno. Altrettanto care le vacanze in montagna: gli amanti del trekking e della natura spenderanno, per un soggiorno della stessa durata, per 4 persone, 4.779,80 €, il +2,2% rispetto al 2024. Per chi sceglie di imbarcarsi in una nave da crociera la spesa ammonterà a 6.320,88 € per una famiglia di 4 persone. In questo caso pesano in maniera determinante gli extra, pacchetti e bevande. Il costo per autostrada e pedaggi, su una tratta medio-breve come quella presa in considerazione, registra una crescita del +2%. Aumentano notevolmente i costi della sosta in autostrada (panini, bibite, gelati e caffè) che segnano un rincaro del +5%, con prezzi che si discostano in maniera spesso inaudita rispetto a quelli registrati in un qualsiasi bar/alimentari.
Un discorso a parte è quello relativo ai carburanti. Questa settimana si è riunita la Commissione di Allerta Rapida sui prezzi istituita presso il Mimit. Sono stati illustrati i dati sull’andamento del mercato internazionale, che hanno rilevato nel complesso una tendenza al ribasso negli ultimi giorni, dopo i forti rialzi avvenuti alla luce dello scoppio della guerra in Iran. Ribassi che, purtroppo, secondo quanto rilevato dai centri studi di Adoc, Assoutenti e Federconsumatori, non si percepiscono ancora sul fronte dei prezzi, che invece sono subito scattati all’insù al primo accenno di aumento della quotazione della materia prima.
Nel dettaglio sono stati rilevati i seguenti aumenti:
• Benzina: +6 cent/litro dalla prima settimana di giugno; aumento medio di +3€ per pieno
• Gasolio: +9,8 cent/litro con aumento medio di circa +4,9€ per pieno.
Sull’andamento del prezzo dei carburanti l’Unione Nazionale Consumatori ha presentato un esposto all’Antitrust.
In tema di voli aerei, il Codacons ha monitorato il costo dei voli verso mete estere ad agosto. Servono fra 600 e 800 € verso Grecia e Spagna, oltre 1600 € per raggiungere Seychelles e Zanzibar.
Tempi duri anche per i golosi, perché anche il gelato aumenta mediamente del +9% rispetto al 2024. La rilevazione è stata curata dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ed evidenzia che a crescere di più è il costo del gelato confezionato (a stecca) e del gelato in vaschetta, rispettivamente aumentato del +24% e del +23%. Se estendiamo il confronto agli ultimi anni il divario diventa impressionante: rispetto al 2021 mediamente i costi sono aumentati del +42%, ma rispetto al 2002 sono aumentati del +138%! Le cause? Latte, zucchero e cacao, hanno subito aumenti di prezzo, a cui si aggiunge anche il caro-energia registrato negli ultimi anni, ma questi andamenti non sono sufficienti a spiegare incrementi di questa portata! Un altro fattore interessante riguarda la quantità: se nelle gelaterie artigianali i coni si fanno sempre più grandi e particolari (da quelli al cacao, a quelli mandorlati, a quelli nella versione priva di glutine), e quindi anche più cari, i gelati confezionati (coni e a stecca) sono sempre più piccoli! Specialmente i gelati a stecca si sono “rimpiccioliti” del -15% rispetto al 2002. Sempre più piccole, inoltre, le versioni gourmet.
Chiudiamo la rassegna con la comunicazione di Arera relativa alla bolletta elettrica per il ‘cliente tipo’ vulnerabile servito in Maggior Tutela, che nel terzo trimestre del 2025 aumenterà dell’1,9% per effetto dell’aumento della spesa per la materia energia, mentre la componente degli oneri di sistema rimane invariata. L’incremento rispetto al trimestre precedente, spiega Arera, è dovuto in buona parte alle previsioni di prezzi più elevati dell’energia elettrica sui mercati all’ingrosso, sostenuti da una crescente domanda influenzata dalle temperature stagionali nella norma. A ciò si aggiunge un incremento dei costi relativi al mercato della capacità in quanto nel periodo estivo (in particolare nel mese di luglio) si concentrano le ore in cui la domanda di energia è più alta e, per questo, risultano più critiche per l’adeguatezza del sistema elettrico.
Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, per il nuovo cliente tipo che consuma 2.000 kWh all’anno e ha una potenza impegnata pari a 3 kW, il +1,9% significa spendere 12 euro in più su base annua (+11,60 €). La spesa totale nei prossimi dodici mesi (non, quindi, secondo l’anno scorrevole, ma dal 1° luglio 2025 al 30 giugno 2026, nell’ipotesi di prezzi costanti) sale così, per i vulnerabili a 622 €, che sommati ai 1188 € dell’utente tipo che consuma 1100 metri cubi di gas, determinano una stangata pari a 1810 €.