Oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), ricorrenza istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite per sensibilizzare sull’importanza di un elemento essenziale per la nostra sopravvivenza.

Il WWF ricorda come l’acqua che beviamo costituisca solo una piccola parte di tutta quella che consumiamo ogni giorno: in Italia la media di consumo giornaliero a persona è di circa 236 litri. Dato che si scontra con la media europea che invece è di circa 165 litri, oltre 70 litri in meno. A questi numeri, che indicano il consumo diretto, si devono aggiungere i «litri nascosti» necessari per produrre beni e servizi. «Se compriamo una maglietta in cotone, mangiamo una bistecca o beviamo una birra stiamo consumando acqua – spiega il WWF – e in Italia consumiamo in media circa 130 miliardi di metri cubi all’anno, una delle impronte idriche più alte d’Europa, con una media di 6.300 litri a persona al giorno».

A tutto questo si somma il consumo di plastica associato all’acqua: nonostante l’elevata qualità dell’acqua del rubinetto, il nostro Paese è il primo in Europa per il consumo di acqua in bottiglia. Aspetto che incide anche sul portafoglio.

I consumi elevati si affiancano alle elevate perdite idriche della rete di distribuzione. L’Istat ha diffuso le statistiche sull’acqua relative agli anni 2020-2022, da cui emerge che il volume delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua, calcolato come differenza tra i volumi immessi in rete e i volumi erogati, è pari a 3,4 miliardi di metri cubi, il 42,2% dell’acqua immessa in rete. In riferimento all’acqua prelevata dalle fonti di approvvigionamento, le perdite idriche totali in distribuzione rappresentano una quota pari al 37,2%.

Un altro fenomeno che salta agli occhi è l’aumento delle città in cui sono state adottate misure di razionamento dell’acqua, che nel 2021 hanno riguardato 15 comuni capoluogo di provincia/città metropolitana (erano 11 nel 2020), due anche nel Centro-Nord.

Un’altra forte criticità nella gestione dell’acqua deriva dalla recente siccità. L’inverno – sottolinea la Coldiretti – ha lasciato l’Italia del nord a secco con precipitazioni al di sotto della media dopo un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno. Gli effetti sono evidenti con i grandi laghi che – continua la Coldiretti – hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 22% del lago di Como al 37% del lago di Garda fino al 44% di quello Maggiore.

Siccità: nord Italia a secco. Tutti i piani delle Regioni

Cosa possiamo fare come cittadini? La prima regola è quella di non sprecare acqua. Un’indicazione sempre valida, ma ancor di più in un periodo di emergenza idrica come quello che stiamo vivendo, contraddistinto dalla peggiore siccità degli ultimi 10 anni. Per contrastare lo spreco di acqua e rendere più sostenibile la sua gestione, ENEA ha elaborato una guida in 20 punti con suggerimenti e buone pratiche, errori da evitare, ma anche soluzioni e tecnologie per il risparmio idrico (ed energetico), soprattutto in ambito residenziale.

In questo contesto va registrato l’ennesimo aumento delle tariffe idriche, come emerge dai dati dei due Osservatori appena pubblicati: quello di Cittadinanzattiva e quello del Centro Studi Ircaf.

I dati dei due osservatori differiscono per le differenti ipotesi di consumo adottate: il Centro Studi Ircaf prende come riferimento una famiglia di 3 persone con un consumo di 150 mc, da cui risulta una tariffa media di 379 €, Citadinanzattiva ipotizza per la stessa famiglia di 3 persone un consumo di 192 mc, da cui risulta una tariffa media di 487 €.

In entrambi i casi gli aumenti rispetto al 2021 sono consistenti, tra il 4% e il 5%, e la città più cara risulta Frosinone. A livello regionale la Toscana si conferma il territorio con la spesa nettamente più alta (770 € per Cittadinanzattiva, 552 € per Ircaf).