E’ iniziata l’estate e come sempre in questo periodo le associazioni dei consumatori rilasciano i primi dati sull’andamento dei prezzi presso le strutture ricettive e gli stabilimenti balneari.
Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, che ha effettuato il consueto monitoraggio sui prezzi dei servizi balneari, i costi registrano aumenti del +11%. Cresce soprattutto il costo della sdraio (che torna in voga tra le preferenze degli italiani), dell’ombrellone, dell’abbonamento stagionale e giornaliero. La ristrettezza dei bilanci familiari spinge i cittadini ad optare per fruizioni più brevi e meno onerose di tali servizi, tanto che sono tornate presso gli stabilimenti le formule mezza giornata, per chi vuole godersi la comodità dello stabilimento dopo le 14:00.
Esistono anche altre strategie ed app utilizzate per risparmiare, che consentono di mettere a disposizione di altre persone, per il periodo o le ore nelle quali non si è presenti in spiaggia, le attrezzature a prezzo scontato.
A fianco alle nuove modalità di prenotazione e condivisione delle attrezzature, non mancano, anche quest’anno, nuovi servizi, legati soprattutto al benessere e alla cura di sé: dal corso yoga/pilates in spiaggia, ai massaggi, al noleggio Sup. Anche i costi di questi servizi sono stati monitorati dal nostro Osservatorio, che ha rilevato punte del +25% per l’ombrellone maxi e il costo di yoga/pilates, del +13% per i massaggi. In discesa, invece, del -5% il costo previsto per godersi la tintarella in compagnia dei nostri amici a quattro zampe nella dog area.
Secondo il Centro Studi Ircaf a giugno sotto l’ombrellone degli stabilimenti balneari ci sono aumenti del 9,61% per il costo giornaliero e del 13,84% per quello settimanale rispetto allo stesso mese del 2022, aumenti doppi rispetto al tasso d’inflazione. I prezzi mediamente più alti si registrano negli stabilimenti balneari della costa tirrenica e ligure, dove per l’abbonamento giornaliero servono quasi 27 euro (+10,43% rispetto al 2022) mentre per quello settimanale la spesa si attesta a 183 euro, con un aumento su base annua di 21,80 euro (+ 13,52%). Sull’Adriatico e sullo Ionio la spesa media si attesta a giugno sui 20 euro per l’abbonamento giornaliero e sui 128 euro per il settimanale, con un aumento dei prezzi rispetto all’anno scorso dell’8,43% sul giornaliero e del 14,37% sul settimanale.
Il Codacons stima che per una giornata al mare una famiglia con due bambini spenderà in media fra i 100 e i 110 euro per l’affitto di un ombrellone, due lettini e per le consumazioni al lido (bibite, gelati, panini), con un rincaro di oltre il 13% rispetto allo scorso anno. Il costo dipende poi dalle località. Per l’affitto di un ombrellino e due lettini si devono mettere in conto circa 30/35 euro ma il prezzo sale nei posti più rinomati e può arrivare a 120 euro nelle località di alto livello. Ci sono poi i prezzi delle strutture “vip”, davvero costose. E qui, calcola il Codacons, si può arrivare a vette di 1000 euro al giorno in lidi a vario titolo “esclusivi”.
Il Codacons ha analizzato anche i numeri sugli aumenti che stanno interessando il comparto dei viaggi. La prima nota dolente riguarda il comparto dei servizi legati ai trasporti – analizza l’associazione – Un biglietto aereo per un volo nazionale costa oggi il 43,9% in più rispetto allo scorso anno, +42,6% se si sceglie una destinazione europea, +36,8% una meta internazionale. Il trasporto ferroviario rincara del 3,8%, mentre benzina e gasolio hanno ripreso la corsa al rialzo.
Si passa poi agli alloggi, settore dove le tariffe salgono in media del 13,6% su base annua, con forti differenze sul territorio. Lo studio del Codacons attesta, infatti, come siano le città d’arte e le località balneari quelle che fanno segnare veri e propri rincari record. In testa alla classifica del caro-alberghi si piazza Firenze, dove i listini di hotel, B&B, e strutture ricettive in genere salgono del +53% rispetto allo scorso anno. Al secondo posto Palermo (+35,9%), al terzo Milano (+27,7%). Seguono Olbia con +27,2%, Venezia (+25,5%), Roma (+20,9%) e la provincia di Ravenna (+20%).
Sul fronte dei pacchetti vacanza, il rincaro medio è del +19,2%, ma si spende di più anche per mangiare in bar e ristoranti, con il comparto della ristorazione che ha applicato aumenti medi del +6,7%, e punte del +15,3% a Viterbo, +12,3% a Brindisi, +11,5% a Cosenza.
Ma quali sono i diritti dei consumatori quando si va in spiaggia? L’Unione Nazionale Consumatori fornisce alcune risposte alle domande più frequenti: dall’accesso al mare, al cibo in spiaggia, senza dimenticare i giochi sulla battigia e gli amici a quattro zampe.
In merito a uno dei diritti fondamentali, quello dell’accesso al mare: l’associazione chiarisce che i gestori che provano a far pagare l’accesso ai bagnanti che vogliono raggiungere la riva, o semplicemente transitare, commettono un vero e proprio abuso. In tali casi è opportuno chiamare i vigili e chiedergli di intervenire sul posto.
Invece, lasciare l’ombrellone in spiaggia assicurandosi così il posto migliore il giorno successivo è un’occupazione illegale del demanio pubblico. Sulla spiaggia libera, infatti, non si possono lasciare oggetti come materassini, lettini o ombrelloni per un tempo prolungato. Pena il sequestro degli oggetti da parte delle forze di polizia.