Pubblichiamo due notizie che arrivano dall’Unione Europea.

Nelle scorse settimane il Parlamento ha approvato in via definitiva le norme riviste sulla sicurezza dei prodotti di consumo non alimentari con 569 voti favorevoli, 13 contrari e zero astensioni. Il nuovo regolamento allinea la direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti agli ultimi sviluppi in materia di digitalizzazione e al forte aumento degli acquisti online.

Migliorare le valutazioni della sicurezza

Per garantire che tutti i prodotti immessi sul mercato siano sicuri per i consumatori, il regolamento generale sulla sicurezza dei prodotti prevede che durante le valutazioni della sicurezza si tenga conto anche dei rischi per i consumatori più vulnerabili (ad esempio i minori), degli aspetti di genere e dei rischi per la cibersicurezza.

Vigilanza del mercato e negozi online

Il nuovo regolamento prevede più obblighi per gli operatori economici (fabbricanti, importatori e distributori), aumenta i poteri delle autorità di vigilanza del mercato e introduce obblighi chiari per i fornitori di mercati online. Per limitare i rischi, questi ultimi dovranno collaborare con le autorità di vigilanza del mercato, che, a loro volta, potranno ordinare ai mercati online di rimuovere o disabilitare l’accesso alle offerte di prodotti pericolosi senza indebito ritardo e in ogni caso entro due giorni lavorativi. I prodotti provenienti da paesi non UE potranno essere immessi sul mercato solo se un operatore economico stabilito nell’Unione europea si assume la responsabilità della loro sicurezza.

Procedure di richiamo efficienti

Poiché i tassi di restituzione attuali rimangono bassi e si stima che un terzo dei consumatori dell’UE continui a utilizzare prodotti richiamati, il nuovo regolamento migliora la procedura di richiamo dei prodotti. Se un prodotto dev’essere richiamato, i consumatori ne dovranno essere informati direttamente e avranno diritto alla riparazione, alla sostituzione o al rimborso. I consumatori avranno anche il diritto di presentare reclami o di intraprendere azioni collettive. Le informazioni sulla sicurezza dei prodotti e sulle possibilità di ricorso dovranno essere rese disponibili in un linguaggio chiaro e facilmente comprensibile. Il sistema di allarme rapido per i prodotti pericolosi (portale “Safety Gate“) sarà modernizzato per consentire una rilevazione più efficace dei prodotti pericolosi e garantire una migliore accessibilità alle persone con disabilità.

Prossime tappe

Prima di poter essere pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrare in vigore, il testo dovrà essere approvato formalmente anche dal Consiglio. Il regolamento si applicherà una volta trascorsi 18 mesi dall’entrata in vigore.

Contesto

Nel 2021 il 73% dei consumatori ha acquistato prodotti online (rispetto al 50% del 2014) e nel 2020 gli ordini da paesi terzi hanno raggiunto il 21% (nel 2014 erano l’8%). Secondo la relazione annuale 2020 sul Safety Gate, il 26% delle segnalazioni di prodotti pericolosi riguardava prodotti venduti online e almeno il 62% prodotti provenienti da paesi al di fuori dell’UE e del SEE. Le nuove norme dovrebbero far risparmiare ai consumatori dell’UE circa 1 miliardo di euro nel primo anno e circa 5,5 miliardi nel prossimo decennio. Riducendo il numero di prodotti pericolosi sul mercato, le nuove misure dovrebbero contribuire a limitare i danni provocati ai consumatori europei da incidenti evitabili legati ai prodotti (stimati oggi a 11,5 miliardi di euro all’anno) nonché i costi dell’assistenza sanitaria (stimati a 6,7 miliardi di euro all’anno).

La seconda notizia è di oggi.

La Commissione ha proposto di rivedere le vigenti norme che riguardano la commercializzazione di una serie di prodotti agroalimentari, quali frutta e verdura, succhi e confetture di frutta, miele, pollame o uova. Le revisioni proposte dovrebbero aiutare i consumatori a operare scelte informate per una dieta più sana e contribuire a prevenire gli sprechi alimentari.

Tra le scelte proposte dalla Commissione:

  • etichettatura di origine – norme più chiare e obbligatorie per miele, frutta a guscio e frutta secca, banane mature, nonché frutta e verdura rifilate, trasformate e tagliate (come le foglie di insalata confezionate). In caso di miscele, occorrerà riportare sull’etichetta il o i paesi di origine. Il fatto di elencare i paesi di origine consentirà di aumentare la trasparenza per i consumatori, oltre a promuovere la produzione di questi prodotti nell’UE;
  • sprechi alimentari – le revisioni proposte riguardano sia i rifiuti alimentari che quelli di imballaggio. Ad esempio, per gli ortofrutticoli esteticamente meno attraenti (con difetti esterni, ma comunque adatti al consumo locale/diretto) venduti a livello locale e direttamente dai produttori ai consumatori è prevista una deroga dalle norme di commercializzazione. Valorizzarne la freschezza potrebbe offrire ai consumatori maggiori opportunità di acquistare frutta e verdura fresca a prezzi più accessibili e andare a vantaggio dei produttori attivi nelle filiere corte. Lo stesso vale per alcuni prodotti colpiti da calamità naturali o da altre circostanze eccezionali, se il loro consumo è sicuro;
  • imballaggio – i prodotti destinati alla donazione potrebbero essere esentati dai principali requisiti di etichettatura. Ciò potrà ridurre gli adempimenti burocratici e le esigenze di etichettatura, facilitando il lavoro degli operatori; 
  • succhi di frutta – potranno recare la menzione “senza zuccheri aggiunti” per chiarire che, contrariamente ai nettari di frutta, i succhi non possono per definizione contenere zuccheri aggiunti, una caratteristica di cui la maggior parte dei consumatori non è a conoscenza. Inoltre, per rispondere alla crescente domanda di prodotti con meno zuccheri, un succo riformulato potrebbe indicare sull’etichetta “succo di frutta a tasso ridotto di zuccheri”. Per semplificare ulteriormente e adattarsi ai gusti dei consumatori, il termine “acqua di cocco” potrebbe essere utilizzato accanto a “succo di cocco”;
  • confetture e marmellate – il contenuto di frutta sarà portato da 350 a 450 grammi minimi (550 per i prodotti di alta qualità) per chilogrammo di prodotto finito. Con l’aumento generalizzato del contenuto di frutta, ai consumatori verrebbe offerto un prodotto con meno zuccheri liberi e una quantità di frutta superiore a quella attuale. Il termine “marmellata”, finora autorizzato soltanto per le confetture di agrumi, si applicherebbe a tutte le confetture, in modo da adeguare il nome del prodotto a quello più utilizzato a livello locale;
  • uova – i pannelli solari potrebbero essere introdotti nei sistemi di produzione all’aperto per stimolare l’approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili. Anche la stampigliatura delle uova verrebbe effettuata direttamente in azienda per migliorare la tracciabilità.

Prossime tappe

Le proposte per gli ortofrutticoli freschi, le uova e il pollame sono oggetto di atti delegati e di esecuzione. I testi resteranno aperti al riscontro del pubblico per un mese. Successivamente, gli atti delegati saranno adottati e sottoposti all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio per un periodo di due mesi. La Commissione li pubblicherà al termine di questa procedura. Le proposte riguardanti confetture, marmellate, succhi di frutta e miele sono incluse in direttive e seguiranno il processo colegislativo ordinario del Parlamento europeo e del Consiglio prima della loro pubblicazione ed entrata in vigore. Parallelamente, la Commissione intende trasmettere al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione riguardante la prossima adozione di nuove norme di commercializzazione per il sidro di mele e di pere e per l’etichettatura di origine dei legumi secchi. Questi prodotti non sono attualmente soggetti alle norme di commercializzazione del regolamento sull’organizzazione comune dei mercati.