Nell’approfondimento di questa settimana presentiamo alcune tra le ultime novità normative giurisprudenziali giunte dall’Unione europea, con l’aiuto del sito Helpconsumatori.it.
La Corte di giustizia europea si è recentemente pronunciata sui contratti di credito ai consumatori, disponendo che in caso di inosservanza dell’obbligo di informazione, una banca può essere privata del suo diritto agli interessi. Nel caso in questione, la sentenza della Corte risponde a una richiesta arrivata dal giudice polacco in una causa in cui si chiede di sapere se una banca abbia violato l’obbligo di informazione previsto dal diritto dell’Unione e se il fatto di privarla del suo diritto agli interessi e alle spese sia compatibile con il diritto dell’Unione.
La Corte si è pronunciata anche sul caso che oppone Enel X a Google, che aveva rifiutato di garantire l’interoperabilità dell’app JuicePass con Android Auto.La decisione era già stata oggetto di una multa dell’Antitrust per oltre 100 milioni di euro. La Corte ha affermato che “il rifiuto di un’impresa in posizione dominante, che ha sviluppato una piattaforma digitale, di garantire l’interoperabilità di tale piattaforma con un’applicazione sviluppata da un’impresa terza può costituire un abuso di posizione dominante”. Il rifiuto può essere giustificato se l’interoperabilità portasse a compromettere la sicurezza o l’integrità della piattaforma, ma negli altri casi l’impresa dominante è tenuta a sviluppare un modello (template) entro un termine ragionevole e dietro corrispettivo economico.
A livello normativo, nelle ultime settimane Parlamento europeo e Consiglio hanno raggiunto un accordo provvisorio su nuove misure per prevenire e ridurre i rifiuti alimentari e tessili in tutta l’UE. Con obiettivi vincolanti al 2030 per ridurre lo spreco alimentare e regole sulla responsabilità estesa del produttore per i produttori tessili e i marchi di moda, che dovranno coprire i costi per la raccolta, lo smistamento e il riciclaggio dei rifiuti tessili. L’accordo deve essere confermato da tutte e due le istituzioni prima della procedura formale di adozione. Il quadro in cui ci si muove è quello di numeri ingenti sia per lo spreco alimentare che per la produzione di rifiuti tessili, spesso legati alla fast fashion e ultra-fast fashion. Ogni anno nell’Unione europea vengono prodotti oltre 59 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari, pari 132 chili a persona, per una perdita stimata di 132 miliardi di euro. L’Ue genera inoltre 12,6 milioni di tonnellate di rifiuti tessili all’anno. Solo abbigliamento e calzature rappresentano 5,2 milioni di tonnellate di rifiuti, equivalenti a 12 kg di rifiuti a persona ogni anno. Ogni anno al mondo vengono riciclati meno dell’1% di tutti i prodotti tessili.
Infine, la Commissione europea ha proposto una serie di azioni contro i rischi dell’e-commerce a basso costo. Nel mirino circa 4,6 miliardi di spedizioni di basso valore, merci con un valore non superiore a 150 euro, che arrivano soprattutto da marketplace come Temu e Shein.